SPRING
2022
I templi, la Valle, i Monumenti del centro storico… Agrigento è questo e molto di più
Accanto all’immenso e straordinario patrimonio archeologico annoverato nella World Heritage List dell’UNESCO, la città presenta, nel suo territorio, tesori ambientali, dove arte, cultura e natura si mescolano armonicamente. Se Pindaro ebbe a definire l’antica Akragas “la città più bella dei mortali”, oggi dopo duemila e cinquecento anni, ammirando lo splendore e la maestosità dei suoi templi, non possiamo far altro che concordare. Il primo nucleo della città può farsi risalire al 580 a.C. ad opera di un gruppo di coloni Geloi e prese il nome dall’omonimo fiume che insieme a l’Hipsas delimitava il suo territorio e possiamo dire, mantenne la sua natura “greca” fino al 262 a.C. quando fu conquistata dai romani che l’arricchirono di numerose costruzioni e trasformarono il suo nome in Agrigentum. La conquista araba dell’829 d.C. riportò la città, che aveva vissuto l’inizio dell’era cristiana in decadenza, al suo antico splendore e modificò il suo nome in “Gergent” o “Kerkent”. Questi spostarono il centro abitato nella parte più alta della collina, secondo il loro tipico modello urbanistico e architettonico, che possiamo ancora oggi ammirare a partire dalla Via Garibaldi, nell’antichissimo quartiere “Rabato”. Qui viuzze strette, vicoli cortiletti si inerpicano su per la collina percorrendo quella che comunemente viene chiamata “via Bac Bac” (in arabo “nano”) oggi denominata invece via Matteotti. Qui, imboccando la scalinata di via saponara si raggiunge la chiesetta medievale di Santa Maria dei Greci. Costruita nel XIII secolo sui resti ancora visibili di un tempio greco probabilmente dedicato alla dea Atena, fu la prima cattedrale del clero agrigentino fino al 1088. Bella nella sua semplicità, permette di visitare, attraverso un corridoio sotterraneo, i resti del tempio.
L’arrivo dei normanni di Ruggero d’Altavilla aveva restituito la città alla cristianità, favorendone la rinascita e creando anche solide fortificazioni e cambiò il nome in Girgenti.
Del 1096 è la Cattedrale che sorge sul punto più elevato della collina e domina la città. Eretta dal vescovo Gerlando, divenuto poi patrono, probabilmente sui resti del tempio di Zeus Atabitrio, ha l’interno suddiviso in 3 navate delimitate da imponenti pilastri che si concludono in arcate ogivali. L’abside e il coro spiccano per la sontuosa bellezza degli stucchi dorati di cui sono adornati. Fino al 1400 la città conobbe un periodo davvero fiorente e con esso non mancarono ricostruzioni e abbellimenti architettonici che ancora oggi possiamo ammirare, grazie all’influenza che la famiglia Chiaramonte ebbe in Sicilia dall’arrivo dei normanni e fino al 1700.
Tra i complessi monumentali dell’epoca, ricordiamo il Monastero di Santo Spirito. Eretto nel 1299, ha una chiesa a navata unica impreziosita da un soffitto a cassettoni. Questa caratteristica ci introduce al rifacimento che sicuramente la chiesa ebbe in epoca barocca quando venne abbellita dagli stucchi del Serpotta.
Sempre sulla via Duomo, non lontano dalla cattedrale, è possibile ammirare la Biblioteca Lucchesiana, donata alla città dal vescovo Lucchesi Palli nel 1765 e progressivamente ampliata. La biblioteca oggi conta 50000 volumi tra cui pregiati incunaboli, manoscritti arabi e greci unici al mondo.
Sulla piazza Pirandello, dedicata all’artista che conobbe i natali in contrada Caos a Girgenti e che divenne famoso anche per il suo nobel per la letteratura nel 1934, accanto la Basilica di San Domenico e al Palazzo Municipale, sorge il Teatro Pirandello. Eretto nel 1870 su progetto di Dionisio Sciascia, fu decorato dall’architetto palermitano Domenico Basile, richiamando nel suo stile quello del teatro “La Fenice” di Venezia.
Poco più avanti sul lato destro di Piazza Sinatra è uno dei punti più panoramici della città. Qui lo sguardo spazia da est a ovest lungo la costa agrigentina da Punta Bianca fino a Porto Empedocle, ammirando in tutta la sua magnificenza e maestosità la Valle dei Templi.
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