WINTER
2023
Le proprietà afrodisiache del tartufo
Il tartufo veniva raccolto e consumato già ai tempi dei greci, considerato come il frutto della fusione tra l’acqua, la terra e il fulmine. E non ci sono andati poi così lontano, perché il tartufo si sviluppa grazie a una particolare combinazione di elementi che ha un retrogusto davvero provvidenziale. Secondo gli antichi greci, il tartufo era il frutto preferito di Zeus, che era un formidabile amante famoso per le sue storie di passione. Zeus avrebbe creato il tartufo scagliando un fulmine vicino alla quercia, nota per essere la sua pianta preferita.
Queste storie riguardanti alle proprietà afrodisiache del tartufo sono state tramandate ai romani e rimaste intatte fino ai giorni nostri; il tartufo può vantare ancora una certa fama tra i cibi dell’amore e la scienza sembrerebbe confermare tutto.
Il fatto che queste leggende siano rimaste immutate fa riflettere e ci lascia sperare che ci sia qualcosa di vero in queste storie. Forse una prima interpretazione di questo fenomeno arriva direttamente dal comportamento degli animali nei confronti del tartufo, in particolare della scrofa, irrimediabilmente attratta dal profumo della trifola; non a caso, nel passato, si usavano proprio i maiali come cercatori prediletti.
Pare che questa forte attrazione derivi da una sostanza emanata dal tartufo, identica ad alcune sostanze prodotte dagli organi sessuali suini. Sembra, infatti, che il tartufo sia in grado di produrre sostanze che, a livello olfattivo, inducano un’inconscia attrazione sessuale e, secondo alcuni ricercatori delle università di Monaco e Lubecca, alcuni tartufi produrrebbero un composto di tipo steroideo, mentre altri una sostanza simile al testosterone.
Sono stati anche condotti esperimenti psicologici, come per esempio quello del dipartimento di psicologia dell’università di Birmingham, in cui due gruppi di persone di sesso maschile venivano esortate a dare una valutazione a fotografie di donne: a un gruppo era stato fatto annusare tartufo, all’altro no. Sembrerebbe che l’esperimento sia stato un successo: le valutazioni del gruppo a cui è stato fatto annusare tartufo erano più alti rispetto a quelli dell’altro gruppo. Un’ulteriore conferma arriva da Gubbio. dove nel 2011, in occasione della “Mostra mercato nazionale del tartufo bianco e dei prodotti agroalimentari”, l’esperimento è stato ripetuto con successo.
In attesa che la scienza ci dia ulteriori conferme rimaniamo tutti concordi su una cosa: il tartufo è in grado di rendere una cena davvero speciale, e non solo per i suoi aromi inconfondibili, ma anche perché è il simbolo di una passione autentica, un regalo prezioso della natura che doniamo soltanto a chi teniamo davvero. Scopri come lo chef Nicola Micheletti lo usa nella cucina di Locanda Sant’Agata a San Giuliano Terme (Pisa).
Credits to tartufo.com