PILLOLE DI MANAGEMENT by Interlude
Social Network: Quanto e Come Influenzano la nostra vita?
Dimitry Shapiro ha affermato “il remix dona alla gente comune il potere di valorizzare il contesto e l’espressione di sè”
Quanto tempo passiamo sulle piattaforme social a cui siamo iscritti?
Quanto tempo passiamo con il nostro cellulare in mano o seduti davanti al pc?
Smartphone, tablet e computer occupano oggi un ruolo fondamentale nella nostra vita, soprattutto dopo questo periodo di isolamento forzato che abbiamo vissuto.
Oggi è sempre più importante essere connessi, essere presenti sulle piattaforme social, non solo per non perderci ogni aggiornamento sui nostri interessi, sui fatti che giornalmente accadono nel mondo o nella nostra cerchia di amicizie, ma soprattutto perché hanno creato dipendenza e non riusciamo più a farne a meno. Ne va della nostra “socialità”. Basti pensare a quello che sta accadendo in questi giorni, dopo la nascita di “ClubHouse”, e siamo tutti a caccia di un invito per potervi entrare e non perderci quest’ultima novità [A proposito… al momento i possessori di Android, dovranno attendere; è disponibile solo per i fortunati che hanno iOS].
Quasi il 60% della popolazione mondiale è online (4,5 miliardi di utenti circa) e più di 3,8 miliardi utilizza i social media.
La media giornaliera di utenti connessi corrisponde a circa 6 ore e 43 minuti, per dirlo in altri termini queste 6 ore corrispondono a più del 40% della nostra vita da svegli (fonte: wearesocial.com).
Il linguaggio e la comunicazione giocano un ruolo importante nelle reti sociali. Una vera e propria rivoluzione epocale ormai che ha inevitabilmente modificato, non solo il nostro modo di comunicare, ma soprattutto il nostro linguaggio. Infatti, il nostro modo di esprimerci è cambiato radicalmente: lasciamo commenti ad ogni post, a volte con parole brutali in contesti ufficiali, commentando politici, gente influente e meno nota.
La crisi di socialità dovuta al Coronavirus ha sicuramente contribuito ad un rapporto sempre più morboso con i cellulari, i pc e così via.
Le aziende in questo panorama hanno dovuto affrontare un cambio di rotta, creando nuove regole e lasciando quelle vecchie al passato, rivedendo di sana pianta le strategie social e non solo. Con il Coronavirus non solo è cambiata la nostra vita all’interno delle comunità in cui viviamo, ma è cambiato il rapporto che abbiamo con i nostri social e le comunità online.
Quindi un brand, data la consapevolezza che ogni utente ormai ha del tempo speso online, della ricerca continua di informazioni e raffronti continui con un potenziale prodotto da acquistare, sa bene che le leve a cui deve fare riferimento sono spesso contenuti emotivi che coinvolgono il consumatore all’acquisto o ad un approccio al brand.
Ma cosa vuol dire che i consumatori sono più propensi verso contenuti emotivi?
L’emotività ha un ruolo fondamentale nel comportamento del consumatore, e quindi nello spettatore online che poi diventa il nostro cliente. Cogliere le nuove emozioni, oggi più che mai è importante, conoscere il mercato in cui è inserita la propria azienda, conoscere il target di riferimento e fare una strategia ad hoc per conquistarli.
Questo momento storico che stiamo vivendo ha portato nuove leve e nuovi cambiamenti sociali che non vanno sottovalutati, quindi va da sé disegnare il nuovo profilo del consumatore, più attento e sempre più informato. In un mercato in cui si ha una maggiore offerta di prodotti e servizi, ma soprattutto la possibilità di confrontare i prezzi e le caratteristiche del prodotto che offriamo con un semplice click.
Una delle leve che fa breccia sul consumatore è il marketing emozionale, che analizza l’inconscio di ognuno di noi e non è altro che il risultato dell’impiego simultaneo di più strategie differenti, che perseguono lo scopo di conquistare mente e cuore del consumatore.
Emozionare non significa offrire qualcosa di sensazionale, ma piuttosto riuscire a creare uno spazio nell’immaginario emotivo dell’individuo, riproporre emozioni già vissute, sensazioni familiari desideri e nostalgia.
Lo scopo, allora, diventa quello di instaurare un legame profondo tra prodotto e cliente, una relazione che al pari di quella sentimentale, possa durare e crescere nel tempo. Un rapporto di fiducia che spinga il destinatario a prediligere questo oggetto rispetto a quell’altro ed a desiderare di averlo a tutti i costi.
Che ruolo ha Interlude Management in questo senso?
Noi aiutiamo le aziende non solo ad avere una presenza online costante in questo panorama sociale, ma aiutiamo il nostro cliente anche ad essere più consapevole delle piattaforme di cui ha deciso di iscriversi. Il nostro compito è quello di trasmettere gli stimoli più idonei che coinvolgano il nostro cliente finale. Ogni piattaforma social agisce con un linguaggio ed un tono di voce differente. Quindi scegliere la piattaforma social più atta (non tutte le piattaforme social sono adeguate) in cui essere presente è non meno importante di avere una buona strategia tariffaria.
Credits to Federica Magro